Abstract
Abstract L'euroscetticismo un diventato una parola spesso sentita gli ultimi anni. Dopo crisi maggiori in Europea, la diffusione dell'euroscetticismo è ascesa. Uno tra i paesi membri dell'UE più euroscettico d'allora è l'Italia. Questa tesi vuole rispondere al problema di ricerca se l'euroscetticismo si è diffuso in Italia dopo l'introduzione dell'unione monetaria, e, principalmente, se la crisi dei migranti è stata l'ultima spinta per l'aumento dell'euroscetticismo in Italia? Per rispondere a questo problema, questa tesi utilizza le teorie d'integrazione europea che sono: il neo-funzionalismo, l'intergovernalismo liberale ed il post- funzionalismo. Tutte e tre teorie sono usate generalmente negli studi dell'Unione Europea e possono spiegare come l'integrazione succede in certe situazioni. La metodologia è qualitativa e sono utilizzati metodi di caso studio. In questo caso i metodi usati sono il process tracing e l'analisi secondari dei dati. Il process tracing tratta di un'esaminazione degli eventi in modo cronologica, mentre tramite l'analisi secondari dei dati ha aggiunto dati dall'opinione pubblica tra i cittadini italiani. La teoria del neo-funzionalismo suggerisce che la sovranità si trasferisce automaticamente dal livello nazionale al livello sovranazionale e non tiene in considerazione la politicizzazione tra i cittadini. Questa nozione e uguale nella teoria dell'intergovernalismo liberale. Dall'altra parte, il post-funzionalismo sostiene che la politicizzazione ha un potere potente per influire l'integrazione europea e riesce a spiegare l'ascesa del populismo in Italia. Tramite l'analisi dell'opinione sulla fiducia nell'UE tra i cittadini italiani è ovvio che la fiducia è stata bassa anche prima la crisi dei migranti. La tesi conclude che ci sono più fattori che influenzano l'euroscetticismo in Italia e che le teorie scelte non sono sufficienti a spiegarlo.